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Tutte le volte che leggo “non riesco ad allevare le dafnie” rimango basito.
Sono tra i crostacei con meno esigenze che si possano trovare: date loro acqua con un minimo di nutrimento e, difficilmente, riuscirete a liberarvi di loro. Se pensate che me ne sono cadute alcune nella vaschetta di allevamento artemia e sono ancora lì…
Ho utilizzato nel tempo contenitori che vanno da 1 a 18 litri, senza aver alcun problema.

Per prova ho inserito in un bottiglione da 18 litri (quelli dei dispenser da ufficio), riempito con l’acqua dei cambi, 10 dafnie adulte. L’ho posizionato sul balcone, dove riceve luce diretta il mattino dall’alba per le due ore successive. Tutto questo verso metà ottobre, periodo non certo ideale per avere acqua verde e per farle riprodurre…
Ad oggi, metà gennaio con temperature che alla notte scendono sotto zero, mi ritrovo con qualche centinaio di dafnie a vari stadi di crescita… e non le ho mai nutrite!

In ufficio, ebbene sì anche qui ho una vaschetta da 8 litri, per un Betta, ho messo in piedi un miniallevamento di dafnie, in un contenitore da 1 litro scarso (qui a fianco), che ogni due giorni mi da la possibilità di nutrire con 5-6 dafnie adulte il mio pesciolino. C’è anche uno stelino di… non mi ricordo il nome, che sostituirò (appena me lo procuro) con uno stelo di vallisneria, o qualcosa di simile. Non mettete muschi, sono ottimi per purificare l’acqua ma tendono ad intrappolare le dafnie che, non potendo nuotare, e di conseguenza nutrirsi, morirebbero.

Occorrente:

Inoculo di dafnie (ovviamente)

Un recipiente da 5 litri (se è di più meglio)

Acqua dei cambi (se riuscite a metterla al sole per un paio di settimane prima di inoculare…)

Nutrimento (e quando dico nutrimento mi riferisco a quasi la totalità delle brodaglie che riusciamo a trovare)

Qualche lumachina (1 o 2) che eliminerà i residui di cibo e le esuvie.

Allora partiamo:
mettiamo l’acqua di uno o più cambi nel recipiente poi (se dobbiamo ancora reperire l’inoculo approfittiamone per mettere al sole sino a quando non ve lo sarete procurato) inseriamo l’inoculo e le lumache. Ricordiamoci ogni tanto di nutrire e di prelevare le dafnie. Tutto qui.
Per nutrire potremo utilizzare l’acqua in cui abbiamo bollito delle verdure, lievito, latte, cibo in scaglie scaduto sciolto in acqua, l’acqua in cui abbiamo lavato i tubifex/artemie/chiro surgelati, omogeneizzati dei bambini… solo mettiamone poco, quanto basta per velare leggermente l’acqua. Quando questa è di nuovo limpida, nutriremo di nuovo (anche se lo faremo il giorno dopo non succede nulla). Ho un amico che ha le dafnie in un barile nel cortile… nemmeno le nutre e ne ha in abbondanza.
Se ogni tanto ci verrà voglia (quasi mai) potremo trasferire le dafnie in un nuovo recipiente (solo perché mamma/moglie non abbiano da ridire sulla brodazza che teniamo in giro per casa.
Se avete a disposizione un areatore, usatelo facendogli fare un paio di bolle al secondo. Le dafnie ne possono fare a meno ma aiuterà il nutrimento a rimanere in sospensione.
A casa ho utilizzato una vaschetta in vetro da 12 litri (che presto sostituirò con due contenitori in plastica da 5, ricavati da bottiglioni dell’acqua minerale). Il riflesso è dato da una lampada a risparmio energetico da 15W che illumina i reattori di fitoplancton e, di conseguenza, anche la coltura. Come potete vedere dalle foto seguenti, le dafnie non mancano. Tutte le colture sono partite da un unico inoculo di circa 50 esemplari…


Adesso filate a far partire il vostro allevamento.
Dimenticavo: essendo organismi filtratori possono essere utilizzate per curare i nostri pesci: basterà catturare qualche dafnia, metterla in un bicchiere d’acqua pulita a cui aggiungeremo il medicinale da somministrare. Dopo un’oretta le daremo in pasto al pescetto da curare.
Questa è la mia esperienza, sicuramente ci sono moltissimi altri modi di allevarle ma tutti si possono condensare in due operazioni: mettile nell’acqua e nutrile (poco).
Ciao, Mauro.