Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Il fenomeno della mascolinizzazione nelle femmine dei betta sta diventando un grosso problema sia negli acquari privati che nei grandi allevamenti sparsi per il mondo e colpisce in egual misura sia neofiti che professionisti nel settore della riproduzione.
Molto spesso si fa parecchia confusione confondendo la “mascolinizzazione” con la “dominanza” che NON sono la stessa cosa, vediamo perché.
Prima di tutto occorre fare una distinzione fra i due termini; la dominanza è legata al carattere della femmina, una betta con un carattere forte, territoriale e aggressivo prevale sulle altre femmine che condividono con lei lo stesso ambiente e dove, solitamente, vengono allevate.
La dominanza è paragonabile negli animali terrestri alla femmina alfa in un branco di lupi o alla matriarca in un branco di elefanti, in poche parole la femmina che comanda sugli altri.
Un comportamento normale e naturale che non esclude la femmina dal ciclo riproduttivo.
Se la femmina è abbastanza aggressiva e provoca danni fisici alle altre femmine viene isolata a parte, quindi la dominanza non crea di per sé un problema grave.
La mascolinizzazione è tutt’altra cosa, non dipende dal carattere, ma dal suo DNA.
Una femmina mascolinizzata tende nel periodo della crescita ad acquisire tratti strettamente maschili, un primo segnale di allarme potrebbe essere la grande aggressività dominatrice anche nei confronti di maschi della sua specie.


Femmina masconilizzata, presenta pinne più pronunciate e gibbosità sulla fronte. Foto di proprietà di BettaItalia.it

Questa femmina svilupperà tratti fisici quasi identici alle caratteristiche del maschio, quindi pinne molto più lunghe del normale, gibbosità sul dorso, labbra grosse e carnose e nei casi più estremi una straordinaria tendenza a simulare l’atto riproduttivo con altre femmine.
Persino le parate e la costruzione dei nidi (caratteristiche strettamente maschili) possono entrare a far parte del suo modus operandi.
Ma andiamo con ordine, per prima cosa bisogna spiegare due fattori chiave, ossia cos’è una MUTAZIONE.
In una femmina mascolinizzata è chiaro che il DNA ha subito una forte mutazione, dobbiamo sempre ricordarci che una mutazione è la risposta genetica di un qualunque essere vivente quando si trova a vivere in un ambiente diverso da quello in cui si è sviluppato.
È la chiave del fenomeno detto EVOLUZIONE DELLA SPECIE, dove la selezione naturale predilige gli esemplari più adattati alla nuova vita sopprimendo gli altri.
L’esempio eclatante è il collo delle giraffe; questo animale, all’inizio, aveva il collo lungo come quello di un cavallo, si nutriva dell’erba fresca e delle piante che crescevano in terra, i cambiamenti climatici cui il nostro pianeta è andato incontro nei milioni di anni hanno fatto si che la vegetazione bassa sparisse, lasciando come unico nutrimento le alte fronde degli alberi. Le giraffe primitive cominciarono a morire di fame non potendosi più nutrire, ma ecco che alcune di esse nacquero, per una mutazione spontanea, con il collo leggermente più lungo delle altre.
Potendosi nutrire più agevolmente queste giraffe prosperavano, si accoppiavano tra di loro diffondendo questa lentissima ma progressiva mutazione mentre le altre dal collo basso morivano, con il passare dei milioni di anni ecco com’è la giraffa, come la conosciamo oggi.
Questa mutazione si rivelò un vantaggio permettendo alla specie di sopravvivere adottando un cambiamento corporale repentino.
Un chiaro segno di adattamento al nuovo ambiente.


Giraffa. Fonte della foto: wikipedia

Queste mutazioni sono lente e impiegano milioni di anni ad evolvere le specie ma a volte anche la natura fa un bel balzo in avanti.
I pesci sono tra i pochissimi esseri vertebrati che riescono a mutare anche nel giro di soli 100 anni e ne abbiamo un esempio nelle continue evoluzioni a cui vanno incontro i Ciclidi originatisi nel Lago Malawi.
Per i betta sta succedendo più o meno la stessa cosa, il problema è che siamo noi a indurre questa mutazione genetica.
Come sappiamo il Betta è un pesce molto territoriale, i maschi vengono separati non appena riconoscibili e lasciati terminare la crescita da soli, le femmine essendo più tolleranti vengono lasciate vivere in comunità a volte composte da centinaia di esemplari.
Alcune specie di animali, nel corso dei milioni di anni, hanno sviluppato la capacità di cambiare spontaneamente di sesso se si trovano in un gruppo monossessuale, una mutazione drastica per garantire la continuità della specie che altrimenti andrebbe incontro all’estinzione.
Ai Betta potrebbe star succedendo la stessa cosa, il vivere in maniera forzata soltanto tra femmine potrebbe aver attivato una mutazione nel DNA, non a caso infatti sono solo le femmine ad andare incontro a questo cambiamento.
Al momento possiamo solo vedere un cambiamento fisico ma non riproduttivo poiché infatti una femmina mascolinizzata nel 90% dei casi è sterile e se riesce a riprodursi produce uova e non spermatozoi, ma in alcune possiamo addirittura assistere con i nostri occhi all’atrofia della papilla genitale fino alla sua completa sparizione.
Visto che le mutazioni sono lente e impiegano milioni di anni, forse non vedremo mai una femmina di betta che riesce a cambiare spontaneamente sesso diventando maschio e fecondando un’altra femmina per riprodursi ma le basi ci sono eccome.
Naturalmente sono teorie, fatte da chi, come me, è appassionata di genetica ed evoluzione delle specie e non ci sono ancora prove concrete alla mano.
Ma allora perché sempre più spesso assistiamo a questo cambiamento?
Perché le mutazioni iniziano così, ogni tanto nasce qualche esemplare con questo cambiamento nel DNA e solo il tempo dirà se questa mutazione è favorevole oppure no, se la mutazione sarà favorevole verrà tramandata e fra milioni di anni diventerà una caratteristica ormai ancorata nella specie.
Al momento queste femmine non sono in grado di riprodursi, quindi non possono trasmettere nulla poiché sono agli inizi di questa nuova e teorica evoluzione e noi non potremo nemmeno vedere come andrà a finire.
Solo chi vivrà fra moltissimo tempo potrà dare una spiegazione più concreta.
Quando decidete di acquistare una femmina allo scopo di riprodurla, osservate attentamente le caratteristiche fisiche.
Femmine con pinne pronunciate o le altre caratteristiche descritte sopra sono da scartare poiché potrebbero rivelarsi un fallimento.
Cercate di giudicare indipendentemente dalla bellezza della livrea e non scordatevi che qualunque cambiamento questi splendidi pesci stiano attraversando c’è sempre il nostro zampino e di come stiamo riuscendo a mutarli.

ATTENZIONE!!! E' SEVERAMENTE VIETATA LA COPIA ANCHE PARZIALE DEL TESTO, DEI DISEGNI E DELLE FOTO IN CUI NON E' RIPORTATA UNA FONTE ESTERNA A QUESTO SITO, IN QUANTO E' TUTTO DI PROPRIETA' DI BettaItalia.it . Se volete pubblicare questo o altri articoli sul vostro sito, blog o rivista contattateci: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.