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Questo articolo è diviso in 4 parti, questa è la 1a parte di 4.
CONTINUA, Parte 2 >>>>>

In questo articolo tratterò uno degli argomenti più complessi e discussi ma anche più interessanti, parlo delle colorazioni dei Betta.

Quante volte mi vengono fatte vedere foto di Betta chiedendomi di che colorazione è tale Betta, il mondo delle colorazioni dei Betta è un vero rompicapo perché sono tante per via delle tante combinazioni ottenute nelle selezioni, ma per sapersi orientare in questa “foresta dei colori” basta conoscere alcuni concetti base, e si saprà classificare qualsiasi colorazione dei Betta , capendone difetti e provenienza genetica. Io proverò come sempre, con parole semplici e spiegandolo al meglio, come classificare tutte le colorazioni spiegandone natura e provenienza, attenzione l’unico argomento dei colori che non toccherò in questo articolo è la genetica, perché è un’argomento lungo e complesso che richiede uno o 2 articoli lunghi quanto questo. Quindi per non fare confusione in questo argomento cosi difficile, iniziamo a capire cosa sono i colori dei Betta e come riconoscerli.

L’articolo sarà diviso in 3 argomenti principali , a loro volta terranno diversi argomenti specifici:
1) Biologia dei pigmenti: conosceremo quali cellule ci danno i pigmenti, dove si trovano,  quale combinazione fra cellule pigmentarie ci da tali colori, cosa influenza queste cellule e come possiamo influenzare noi una specifica cellula pigmentaria.
2) Morfologia del colore:  come e dove si dispone tale colore sui Betta, come e perché muta, linguaggio del colore.
3) Classificazione  delle colorazioni dei Betta:  le varie colorazioni divise per gruppi, dalle più semplici a quelle più complesse, come classificare una colorazione e riconoscerla.

Bene saranno 3 argomenti chiave per capire tutti o quasi i segreti della pigmentazione dei Betta, dico quasi tutto perché come detto lascerò fuori da questo articolo la genetica, che rappresenta la fetta più grossa del mondo dei colori.
Betta splendens, a differenza di altri pesci di selezione anche della loro stessa famiglia, non presentano colorazioni con disegni complessi, come per esempio il disegno Snakeskin presente in Discus e Guppy di selezione, o come il Pigeon nei Discus ecc ecc. Anche nella stessa famiglia degli anabantidi, abbiamo colorazioni ben definite  di selezione, come il tigrato o il leopardato per esempio in Colisa e Tricogaster . Nei Betta  splendens per quanto i selezionatori ci stiano provando,  questo non avviene, se no in rari casi e no permanenti, e comunque no disegni complessi come i SnakesKin. Le cause sono 2, non predisposizione genetica per via delle caratteristiche ancestrali che da un colore uniforme , ma altra causa nella genetica dei Betta di selezione è il gene Marble,  che è un forte fattore genetico di disturbo  , questo fattore è molto dominante e di grande disturbo , influenza la colorazione e la sua mutazione nel corso della vita. Quindi anche se ultimamente si sta cercando di realizzare disegni più definiti come i tigrati ecc  , questi disegni tendono a mutare e  a sparire nella vita del Betta, perché per realizzare disegni particolari l’unico modo è “giocare” con il gene Marble che ha i suoi pro e i suoi contro.  Per esempio una delle ultime conquiste nella selezione cromatica dei Betta sono i Dalmatian , una particolare colorazione a puntini che ricordano appunto i cani dalmata, vedremo in cosa consiste questa colorazione più in la nell’articolo. Quindi nei Betta si hanno colorazioni tipo quelle dei pesci rossi e carpe, cioè basate su un unico colore o su colorazioni a macchie casuali, si fa eccezione  solo nelle pinne dove si possono avere disegni a fasce ben definite. Ma come ho detto in questo articolo non mi dilungherò nella genetica , ma solo a un’aspetto fenotipico dei colori.
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1) Discus SnakeSkin, fonte della foto:  Pinterest
2) Discus Pigeon , fonte della foto:  Pinterest
3) Guppy SnakeSkin, fonte della foto:  Pinterest

Ma andiamo per prima cosa a vedere qual è la colorazione ancestrale del Betta splendens, proprio la colorazione che ha il Betta splendens selvatico per intenderci, che come ben sappiamo ha  poco in comune con il Betta domestico per via delle lunghe selezioni e incroci fra specie affini, ma questo è un’argomento che riprenderemo. Il Betta splendens ancestrale ha una colorazione leggermente diversa in base alle zone di provenienza, qui descriverò la colorazione in generale come si presenta., ha un corpo bruno olivastro con dei puntini iridescenti verdi o blu a seconda della zona d’origine, le pinne sono rosse e blu o rosso e verde.  Quando parleremo della morfologia del colore riprenderemo il discorso della varietà cromatica wild.

Foto di Betta splendens nelle forma e varietà selvatica, a seconda delle zone di provenienza può avere meno rosso o avere a posto del Blu del Verde o del Turchese. Fonte della foto:  Pinterest

BIOLOGIA DEI PIGMENTI
Nei Betta  splendens possiamo avere vari colori, dal giallo al rosso o dal nero al bianco o anche dal verde al blu ecc, ma anche i vari metallizzati come oro, platino, rame ecc. La causa di questi colori cosi diversi fra loro sono delle specifiche cellule predisposte per dare uno specifico colore, e la combinazione fra loro permettono  una diversa riflessione della luce dando le diverse varietà cromatiche. Ma attenzione la presenza e funzione di tali cellule che andremo a vedere nello specifico e come funzionano, vengono influenzate da questi fattori:
Genetica (predisposizione genetica)
Alimentazione
Sistema nervoso
Sistema endocrino

Gli ultimi 2 punti li vedremo in seguito, quando andremo a parlare della morfologia del colore
Vediamo quali sono le cellule cromatiche e come funzionano.
Le cellule cromatiche sono a forma di stella irregolare si trovano sotto le squame,  si chiamano cromatofori e si suddividono per il colore specifico che riescono a dare in:
Melanofori: responsabili dei colori neri e scuri, dovuti principalmente alla melanina, sono le cellule che si trovano più in profondità
Eritrofori:  responsabili del colore rosso, per via dei carotenoidi e pteridine
Xantofori:  contengono xantina e danno il colore giallo, anch’èsso per via dei carotenoidi e pteridine
Leucofori:  colorazione bianca, contengono purine
Iridofori: da lucentezza metallica e iridescente, sono composti da cristalli di guanina

La combinazione di queste cellule negli strati dell’epidermide danno i diversi colori, per esempio come vediamo non c’è una cellula adibita al colore blu o verde o turchese, questi colori si ottengono dall’interazione fra i melanofori che sono di colorazione scura e sopra di essi gli Iridofori che danno brillantezza e iridescenza. Per esempio il colore arancione è dato dall’interazione di eritrofori e xantofori. Cosi come vedremo le tante colorazioni che abbiamo nei Betta sono frutto dell’interazione di più cromatofori, in queste interazioni il ruolo più importante lo hanno i Melanofori, la loro presenza o meno possono determinare la colorazione chiara o scura. Le colorazioni metalliche, sia chiare che scure, sono invece dovute all’interazione fra gli iridofori, che sono presenti in profondità e  composti particolarmente da numerosi strati di guanina disposti in parallelo, e altre cellule pigmentarie  a seconda del colore metallico, la colorazione metallizzata varia in base alla profondità in cui sono disposti gli iridofori e il numero di strati di guanina, oltre naturalmente che all’interazione con le altre cellule. Per esempio una colorazione argentea l’abbiamo se gli iridofori sono presenti  in maggiore profondità, e invece abbiamo colorazioni dorate se sono presenti a minore profondità.  Le cellule che trasportano più di un pigmento si chiamano cromatofori composti, come gli esempi che abbiamo visto.
Non tutte le cellule pigmentarie che abbiamo visto sono in grado da sole di produrre il loro pigmento, ma le possiamo considerare come cellule predisposte a dare un certo colore, infatti la loro funzione dipende dall’alimentazione. Per esempio i Betta assimilando carotene dalla loro alimentazione , questo si trasferisce nelle cellule pigmentarie preposte dando il colore giallo, rosso e arancione, i pesci assimilano in natura il carotene sia da vegetali che da invertebrati, per esempio un carotene diffuso nell’alimentazione dei pesci è l’astaxantina, questo carotene lo si trova anche in molti alimenti confezionati dedicati a pesci di colore rosso, naturalmente viene appositamente aggiunto. Molti allevatori come faccio anche io, possono integrare carotene per intensificare il rosso dei nostri Betta, dando delle carote tritate, questo è il metodo più facile e domestico. Per intensificare una specifica colorazione gialla invece va integrata la zeaxantina e/o la luteina, quest’ultima per esempio la si può avere dal tuorlo d’uovo. L’astaxantina , la zeaxantina e la luteina sono appunto solo alcuni carotenoidi specifici per intensificare i colori rosso, arancione e giallo, i pesci comunque assimilano tali sostanze in natura tramite l’alimentazione. Invece per intensificare colorazioni brune come il nero, il blu, il verde , il turchese e vari colori metallici bruni serve la ficocianina, questa sostanza la si ha principalmente dai vegetali di colore verde,  è molto presente nella spirulina, un’alga bruna molto diffusa anche in commercio e negli alimenti per pesci a base vegetale, appunto la si usa per intensificare in particolar modo il blu e il verde nei pesci.

Classica spirulina in polvere diffusa in commercio. Fonte della foto: Ebay

In allevamento si usano vari metodi per  somministrare tale alga, uno dei più diffusi è alimentare il mangime vivo per pesci come le dafnie e le artemie, solo con spirulina, questi piccoli crostacei cosi acquisiranno una colorazione verdastra e saranno portatori anche di ficocianina, oltre che delle altre sostanze pigmentarie di cui sono portatori naturali.
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1) Dafnia  2) Artemia . Fonte delle delle foto: Wikipedia

Ora vediamo come funziona il colore su una cellula pigmentaria, come abbiamo detto i cromatofori sono a forma di stella casuale, cioè con raggi disordinati e ramificati, su di essa i pigmenti sono disposti a granuli dispersi o accumulati, quando i granuli sono dispersi sulla cellula il colore è intenso quando invece sono aggregati al centro della cellula il colore è opaco, Bene i Betta  come tanti altri pesci, sono proprio in grado di spostare questi granuli di pigmento, per esempio se un Betta è nero possiamo vedere che di colpo diventa più chiaro tipo grigio, questo accade quando è per esempio è spaventato , ecco in questo caso ha spostato i granuli al centro delle cellule, invece quando vediamo che intensifica il suo colore come avviene in atteggiamento di sfida, bene in quel caso ha distribuito i granuli pigmentari sulla cellula per intensificare il colore. Questo è dovuto perché sia il sistema nervoso che quello endocrino controllano la pigmentazione, a regolare la restrizione o meno dei cromatofori è la messa in circolo di grosse quantità di adrenalina, che fanno restringere i cromatofori avendo lo sbiancamento dei colori.

Nel primo disegno abbiamo una cellula Cromatoforo con i granuli distribuiti dando colorazione intensa. Nel secondo disegno i granuli  sono concentrati al centro ( o nucleo) della cellula, in questo caso abbiamo colore sbiadito
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1) Abbiamo un Betta spaventato che mostra un corpo sbiadito e le classiche linee orizzontali
2) Il Betta si è ambientato e ha intensificato il colore del suo corpo

MORFOLOGIA DEL COLORE
Abbiamo visto la parte biologica della pigmentazione, da cosa sono composti i pigmenti e come funzionano, riprenderemo parte di quel discorso sia in questo capitolo che più in la, ma ora spiegherò come è distribuito il colore sui Betta e come si comporta. Per capire come si comporta il colore sul Betta splendens dobbiamo andare a vedere come è distribuito nella forma selvatica, per vedere quale pigmentazione è più forte o maggiormente presente in determinate parti del corpo e delle pinne.

Partiamo dal corpo, il corpo nella forma selvatica è di colorazione bruna più simile a un marrone molto scuro ricoperto come da una polvere di iridescenze verdi o blu nella parte superiore del corpo, la testa e la parte inferiore del corpo sono spesso prive di iridescenze, quindi sul corpo dei Betta sono presenti fortemente i melanofori, quindi la melanina con la conseguente colorazione nera, infatti nella selezione i colori chiari come il bianco sono stati ottenuti solo dopo molti decenni, proprio perché si lottava contro una forte caratteristica ancestrale. Altra caratteristica del corpo è avere delle leggere iridescenze verdi o blu, perché le iridescenze  sull’epidermide dei Betta sono  più fortemente presenti al centro delle squame , quindi il colore iridescente parte forte dal centro della squama e poi si perde, dando solo dei  puntini. Questa è una caratteristica ancestrale difficile da togliere, anche nei moderni Betta rossi o neri ecc, si lotta contro le iridescenze sul corpo, sono considerate spesso nei colori a tinta unita dei difetti, ma è raro per esempio avere un rosso totalmente rosso e senza la minima iridescenza, proprio perché la caratteristica è di avere una forte presenza di verde o blu al centro delle squame, che con il riflesso si vede anche se spesso è molto debole, un bravo selezionatore punta a purificare quanto più possibile i colori non iridescenti senza la minima iridescenza. Le iridescenze sono più presenti e forti nella parte superiore del corpo, quindi la schiena.

In questa foto, di un Betta splendens selvatico,  possiamo vedere come le iridescenze siano più presenti nella parte alta del corpo, e al centro delle squame.

Disegno di una squama con al centro iridescenza Blu

Ora veniamo alla testa, la testa nelle forme selvatiche è di colore bruno e senza iridescenze, in alcune varianti sempre selvatiche abbiamo al massimo delle iridescenze sulle branchie. Infatti nei Betta selezionati  si sono ottenuti facilmente Betta con la testa tutta rossa, gialla, bianca, arancione ecc, insomma di colori non iridescenti , anche nelle colorazioni a tinta unita sia blu, che verdi che turchesi una caratteristica è che la testa rimane nera, cioè non ha il colore del corpo o delle pinne. Nella selezione, è stato un successo recente quello di avere Betta totalmente iridescenti compresa la testa , specialmente nelle colorazioni metalliche, anzi questo è successo è partito proprio dalla selezione delle colorazioni metalliche. Oggi possiamo avere Betta sia metallici che semplici iridescenti con la testa come il resto del corpo, questa mutazione viene chiamata Mask , cioè mascherà, solo che inizialmente rimaneva solo la parte centrale della fronte senza colore, di seguito sempre grazie alle selezioni si sono ottenuti i Full Mask, cioè a maschera completa , cioè con la testa completamente ricoperta di blu,o verde ,  o turchese o colorazioni metalliche varie . Quindi la conquista di avere un Betta di un colore iridescente o metallico completamente dello stesso colore, la si è ottenuta solo recentemente con la selezione dei nuovi colori metallici più intensi, si è avuto questo successo selezionando sempre Betta con una maggiore concentrazione di iridofori particolarmente ricchi di strati guanina , la loro concentrazione è stata tanta fatta aumentare tanto da invadere anche i posti più difficili per loro come la testa. Per ottenere questa mutazione si son dovuti fare incroci fra Betta di specie affini, avendo cosi dei veri e propri Betta geneticamente modificati.

Testa senza iridescenze di un Betta splendens ancestrale
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1)Testa Mask , come si vede la mascherà è incompleta sulla testa. Fonte della foto: Pinterest
2)Testa Full mask, la maschera è presente su tutta la testa. Fonte della Foto: Pinterest


Ora veniamo alle pinne dei Betta splendens selvatici, le pinne si distinguono in 2 parti ben specifiche  , la membrana e i raggi , queste 2 parti delle pinne sono cromaticamente parlando molto distinte , perché ognuna delle 2 favorisce specifici colori e fa l’incontrario per altri, come abbiamo visto nel corpo, dove le iridescenti sono più forti nella parte centrale delle squame e meno sul resto , e più presenti sulla schiena, anche sulle pinne abbiamo queste differenze.

In questo schema possiamo vedere come è strutturata una pinna. I raggi primari in blu e di seguito gli altri, la membrana è in giallo.


In questo disegno sono evidenziate quali sono le pinne primarie o anche chiamate impari: Dorsale, Anale e Caudale. E le pinne pari o anche chiamate secondarie: Pettorali e Ventrali

Nelle pinne dei Betta selvatici  abbiamo che la membrana tende ad essere più ricca di iridescenza, quindi abbiamo del blu o del verde, invece sui raggi le iridescenze sono quasi assenti e abbiamo il colore rosso, specialmente nella parte terminale delle pinne dove sono presenti più raggi vicini fra loro, in questo caso abbiamo l’effetto ponte cromatico, cioè se i raggi sono molto vicini il rosso vince sulle iridescenze ricomprendo anche i sottili spazi di membrana fra i raggi. Abbiamo infatti come carattere ancestrale che nella parte iniziale della coda , cioè fra i raggi primari, sono fortemente presenti le iridescenze, e invece abbiamo che dai raggi secondari in poi fino al gruppetto finale di ramificazioni sono tutti rossi. Le iridescenze perdono li dove nella parte finale della coda, i gruppi di ramificazioni sono vicini ed ecco che il rosso fa l’effetto ponte  fra i diversi gruppi di ramificazioni.

In questa foto vediamo una coda di Betta splendens Wild in varietà ancestrale, e si vede bene come le iridescenze siano più forti nella membrana, e invece il rosso è più forte sui raggi specialmente se ravvicinati, come nel gruppo di raggi finale.

Nella dorsale invece abbiamo l’iridescenze più forti , perché i raggi sono meno, sono più distanziati fra loro e o non hanno ramificazioni o pochissime , quindi il rosso lo si vede solo sul singolo raggio , e i raggi della dorsale sono corti e fini, quindi sulla dorsale il rosso perde potenza e prevale il blu o il verde, anche se in alcune varianti selvatiche la dorsale presenta delle fasce oblique di colore rosso.

In questa foto una pinne dorsale di un Betta splendens  ancestrale, si vede come siano dominanti le iridescenze, perché i raggi fini e non ramificati.

Nell’anale invece abbiamo molti raggi, grossi e molto vicino fra loro , ma spesso non hanno ramificazioni e si distanziano fra loro nella parte terminale finendo fini, questa caratteristica permette cosi di avere una parte iniziale dell’anale, partendo dal corpo, di colore rosso per circa metà anale e poi dato che i raggi si distanziano fra loro compare il blu o il verde fra i raggi terminali, proprio perché come abbiamo detto sulla membrana sono più forti i colori iridescenti.

Foto di una pinna anale di Betta splendens Wild

Le pinne ventrali e pettorali, queste vengono chiamate anche pinne pari, partiamo dalle ventrali, queste sono tendenzialmente solo rosse , perché molto ramificate e i raggi sono vicini fra loro, quindi non c’è spazio per dar forza alle iridescenze ma il rosso vince,  ma hanno una caratteristica , quasi sempre iniziano con un colore molto scuro simile a quello del corpo e finiscono con la punta chiara o bianca. Le pettorali invece quasi sempre nelle forme selvatiche sono incolore, non hanno pigmenti, infatti la colorazione delle pettorali è una conquista della selezione in particolari colori, e si è intensificato il colore su di esse con le nuove forme dumbo che hanno appunto grandi pettorali e colorate. Sulle pettorali il colore dominante è il cellophane (incolore appunto) o il bianco .

Foto di pinne ventrali e pettorali di un Betta splendens Wild

Abbiamo visto come il colore è distribuito nelle pinne delle forme selvatiche, per vedere quali sono i caratteri ancestrali che rappresentano dei punti forti, o meglio dire delle sfide nella selezione, cioè far perdere tali caratteristiche dove un pigmento è più forte, come abbiamo visto nel caso della testa nera o dei puntini iridescenti nelle colorazioni non iridescenti,  e questi come abbiamo detto in molti standard sono considerati difetti di selezione. Bene, avendo visto le caratteristiche ancestrali nelle pinne, dobbiamo tener presente che queste sono dei difetti di cui ci dobbiamo ricordare quando selezioniamo delle specifiche colorazioni, specialmente se a tinta unita, infatti nella selezione dei colori sono dei problemi da superare che spesso ci ricompariranno nelle generazioni.  Si è riusciti a superare molti di questi ostacoli incrociando i Betta splendens con altre specie affini come gli imbellis, i smaragdina ecc, che avevano caratteristiche cromatiche diverse e che favorivano colorazioni diverse e caratteristiche diverse ,come la presenza di iridescenza sulla testa, anche grazie a questi incroci si è riusciti ad avere i colori metallici che abbiamo oggi.  Nella selezione dei Betta splendens ci sono altre caratteristiche che compaiono, che sono difficili da superare se no purificando molto un certo colore nelle selezioni, per esempio specialmente nelle forme a pinna lunga, il colore tende a sfumare nella parte terminale delle pinne, infatti è facile per esempio trovare pinne nere che finiscono in un nero più chiaro , in un bianco o incolore.

In questa foto una coda nera di un Betta nero, che nella parte terminale sbiadisce e diventa trasparente. Fonte della foto: Aquabid

Quindi avere un colore resistente e compatto in tutte le pinne è difficile, proprio perché i colori scuri tendono ad andare a perdersi, invece nei casi di colori chiari o del rosso si ha un’effetto opposto, si tende ad avere margini scuri o neri, questo perché il colore nero e bianco tendono ad aggregarsi più facilmente ai margini delle pinne, e lo abbiamo anche nella forma selvatica dove spesso le punte delle ventrali sono bianche, anche queste caratteristiche della distribuzione del colore sono spesso considerate dei difetti selettivi, e sono  degli ostacoli che un bravo selezionatore deve riuscire a superare, tendenzialmente questi  difetti ai margini riguardano solo coda e ventrali.

Foto di una pinna rossa con il margine nero. Fonte della foto: Aquabid

Un’altra caratteristica  ancestrale è l’accumularsi di carotenoidi alle parti iniziali dell’anale , come abbiamo spiegato nella forma selvatica è forte il rosso nell’anale, infatti nella parte iniziale dell’anale si ha facilmente accumulo di colore rosso, arancione o giallo.  Per esempio un difetto tipico di Betta blu non puri come anche i metallici non puri, è ha la presenza del rosso più o meno sfumato nella parte iniziale dell’anale che in contrasto con il blu da del violetto (la sovrapposizione fra rosso e blu da viola) , nei blu è molto comune e viene chiamato effetto wash (lavaggio di colore) , per esempio nei metallici color rame invece se il difetto c’è è più visibile. Per questo possiamo vedere spesso nelle colorazioni metalliche e nelle colorazioni iridescenti del rosso nella parte superiore dell’anale, perché è una caratteristica ancestrale ed è un difetto di selezione che rende quel Betta imperfetto, l’allevatore non è stato bravo ad eliminarlo.

Dettaglio di presenza di rosso all’inizio dell’anale

Guardiamo invece per esempio le colorazioni bicolor metalliche, come i red dragon e i copper dragon ,  potrei citare altre colorazioni bicolor corpo metallico e pinne rosse, gialle, arancioni, nere o bianche, ma ne prendo in esempio 2 molto diffuse.  In queste colorazioni che vedremo nello specifico più in la, possiamo vedere dei difetti che si ripetono spesso e che sono difficili da togliere,  parlo della famosa migrazione di colore, cioè un bicolore dovrebbe avere il corpo di un colore e le pinne di un altro con una divisione netta  ,  ma è diffuso avere il corpo metallico e presenza di metallico anche nella membrana iniziale delle pinne, perchè come abbiamo detto  è una caratteristica ancestrale che in quella zona sono forti le iridescenze metalliche e no, quindi per esempio nel caso di un red dragon abbiamo delle linee più o meno grandi di colore platino nella parte iniziale della coda (come anche nella dorsale) , un buon red dragon dovrebbe avere le pinne tutte rosse se è “puro” ,  ugualmente in un black copper   abbiamo un corpo color rame e le pinne nere , ma un difetto frequente per i motivi detti è la migrazione di colore nella membrana iniziale della coda e dorsale , quindi avremo delle linee fra i raggi di colore rame, invece nell’anale come difetto si ha facilmente presenza di rosso più o meno sfumato nella parte iniziale.

In questa foto abbiamo un Betta Black Dragon con presenza di iridescenze metalliche nelle pinne nere cerchiate in rosso.

Tenete ben presente queste caratteristiche ancestrali della morfologia del colore , perché sono concetti che non troverete altrove, ma che vi danno le basi per sapere da dove partire e dove arrivare nella selezione di un colore, e vi aiuteranno anche  a giudicare un Betta e saper comprare, ripeto sono concetti che non troverete altrove ma che ho imparato io in decenni di selezione , spero di aver spiegato bene questi concetti fondamentali che sono la base della selezione dei colori, comunque li riprenderò in seguito quando tratterò le varie colorazioni.
Ora prima di addentrarmi in un altro discorso, voglio aprire una parentesi per spiegare un concetto su cui molti mi fanno domande,  a quanti è capitato di comprare un Betta di un colore e a distanza di mesi vedono questo colore mutato? Per esempio compriamo un blu e poi ce lo ritroviamo con macchie rosse, o un Betta bianco metallico che diventa blu ecc ecc. La causa di simili mutazioni si fondano su 2 basi , la prima è la non purezza del colore con il ritorno delle caratteristiche ancestrali più forti, per esempio possiamo avere che l’anale nel blu diventa rosso intenso, o che un bianco diventa più o meno blu o comparsa di macchie rosse, perché come vedremo il bianco non è un colore naturale del Betta ma ha origini genetiche da una forma di blu, dato che nella vita di un Betta il colore tende sempre a mutare è facile che le caratteristiche originarie dominanti ritornino anche se parzialmente, se invece un colore è ben fissato geneticamente nelle selezioni questo è molto più difficile e si  parla di purezza genetica.  Altra causa spesso associata a quello detto prima, è la presenza di geni Marble che spesso aiutano le dominanze ancestrali a venir fuori con anche maggiore forza, infatti il gene marble è anche considerato il gene del caos, con la sua presenza è facile avere colori che mutano spesso nella vita del Betta, però si fa notare perché questo gene muta a macchie la colorazione, quindi si ha la presenza di macchie più o meno grandi , che si muovono o ingrandiscono o rimpiccioliscono o addirittura spariscono. Per esempio inizialmente si aveva questo problema con i bicolor corpo dragon e pinne blu, questi Betta nella loro vita tendevano poi a diventare tutti blu sia per via di presenza di geni marble che per via delle dominanze ancestrali , oggi dopo tanti anni questi bicolor sono stati fissati e resi stabili (personalmente ne ho avuti alcuni che non sono mai mutati).  Quindi specialmente nei Betta commerciali o di bassa selezione, che il colore cambi anche parzialmente è normale , è tutto un fattore di purezza genetica e di alta o bassa selezione. Anche negli avannotti la comparsa dei colori segue le caratteristiche ancestrali dominanti, infatti nei primi giorni di vita non hanno colori ma possiamo solo notare dei piccoli più bianchi e altri più scuri, perché la prima colorazione che compare è la presenza o meno  di melanina, in base al fatto se per la loro colorazione ne sono portatori o meno geneticamente, dopo qualche giorno iniziano a comparire i primi riflessi iridescenti sul corpo , parliamo intorno  al 3°-5° giorno , sono le prime deboli iridescenze , che poi in base al colore che geneticamente hanno queste iridescenze tenderanno ad intensificarsi, o a diventare metaliche, o a sparire o a ridursi, intorno al 5° giorno o poco più compare il rosso , o l’arancione o il giallo, principalmente nell’anale e poi in base a quanto ne sono portatori geneticamente anche sulle altre pinne,  questi colori sul corpo compariranno solo più in la proprio perché  come abbiamo detto sul corpo hanno meno forza. Un’altra caratteristica che possiamo vedere negli avannotti dal 5° giorno in poi è la comparsa della classica linea orizzontale vicino agli occhi , questa poi inizierà ad allungarsi per tutto il corpo e a comparirne una o 2 altre, queste saranno visibili fino a che il colore di cui è portatore geneticamente non ricoprirà anche tutto il corpo. Queste fasce orizzontali nere sul corpo sono una caratteristica ancestrale di linguaggio del corpo, il Betta le mostra quando è spaventato scolorendo il corpo, questo discorso lo riprenderemo nello specifico di seguito, questa caratteristica si perde nelle colorazioni chiare e bianche.
Abbiamo visto  come il colore è distribuito e perché muta , ma abbiamo un’altra mutazione del colore che è momentanea e regolabile dal Betta per sua volontà , è quello che abbiamo accennato nel capitolo sulla Biologia del Colore.
I Betta per un fattore fisiologico controllato dal sistema nervoso e endocrino possono intensificare  o impallidire la loro colorazione, ho spiegato sopra molto semplicemente come avviene a livello cellulare, ma ora andiamo a vedere  cosa vuol dire tale cambiamento di colore, perché i Betta come molti altri pesci comunicano fra loro non solo con il comportamento e i segnali chimici ma anche e principalmente con il colore del corpo, ed è un linguaggio che noi possiamo imparare cosi da capire i nostri Betta , tramite il colore del corpo ci dicono se sta male, se sta bene, se è eccitato, arrabbiato ecc ecc.
I Betta riescono a regolare la colorazione principalmente sul corpo , sulle pinne l’azione è più limitata. Quando vediamo che per esempio anche le pinne sbiancano allora in quel caso è una patologia, infatti un betta che sta male tende a diventare pallido, il suo colore è meno acceso principalmente sul corpo, un betta rosso sembra più un rosa.
Un Betta arrabbiato  invece tende a intensificare il suo colore , quindi abbiamo per esempio  un nero molto intenso o nel caso di un betta rosso un rosso acceso, perché il Betta vuole far vedere la sua presenza e spaventare gli altri pesci o l’avversario, naturalmente Betta con colorazioni particolarmente chiare come i pastell o i cellophane sono svantaggiati in questo.
Un Betta invece spaventato tende a impallidire il suo corpo cosi da rendersi meno visibile, se stressato possiamo vedere comparire le classiche 2 bande nere orizzontali sul corpo che sono una caratteristica ancestrale per  dimostrare sottomissione e spavento, questo lo abbiamo spesso quando mettiamo in acquario un Betta appena comprato, sarà stressato e spaventato e mostrerà corpo scolorito con presenza più o meno visibile in base alla colorazione delle 2 bande nere.

Betta femmina con bande orizzontali. Fonte della foto Youtube

Invece un Betta eccitato sessualmente o in comportamento di sfida di dominanza, tende a intensificare il colore del corpo e contemporaneamente a mostrare circa 3 linee verticali bianche o comunque più chiare, nelle femmine sono più grosse e invece nei maschi molto più fine.

In questa foto una Betta femmina che manifesta le mande verticali. Fonte della foto Youtube

Spesso si crede ce queste linee vengono mostrate dalla femmina solo per dire al maschio che è pronta per accoppiarsi, ma non sempre è cosi, è solo un segno di eccitazione che va interpretato in base alle situazioni, per esempio in una sfida fra femmine dominanti vengono manifestate inizialmente le linee, ma anche quando una femmina non accetta un maschio e va in sfida con esso. Naturalmente come ho detto questo linguaggio del corpo non è sempre possibile vederlo , perché alcuni Betta con colorazioni chiare hanno difficoltà a manifestarlo. Tutto questo cambiamento di colore volontario è regolato dal rilascio o meno di adrenalina su tutto il corpo o solo in parti come ho spiegato sopra.

CONTINUA , PARTE 2 DI 4 >>>>>

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